In questa pillola, andremo ad osservare lo strumento di base, che ogni intermediario dovrebbe utilizzare al fine di individuare, analizzare e sintetizzare una copertura per ogni esigenza assicurativa per ogni cliente.
Il “questionario di assunzione del rischio” si può riassumere in un concetto semplice: una puntuale ed approfondita intervista al cliente sulle proprie reali esigenze di copertura.
Diviso in macroaree di riferimento delinea i dati essenziali di riferimento del rischio da proporre al mercato assicurativo. Si parte dai semplici dati anagrafici, proseguendo successivamente ai precedenti assicurativi, fino ad affrontare il vero tema del questionario: l’oggetto dell’assicurazione. Nel caso delle Responsabilità Civili professionali, l’oggetto del rischio è l’attività, di conseguenza saranno formulate domande proprie della professione dell’assicurato (il tipo di rapporto con il cliente: contrattuale o extracontrattuale, il fatturato effettivo e stimato, la reale attività svolta etc.); in altri settori assicurativo come l’incendio e il furto le domande saranno ben diverse e riguarderanno la descrizione dei beni di assicurare, il loro valore di ricostruzione a nuovo, il contenuto, i sistemi di sicurezza etc.
L’ultima parte è relativa alle dichiarazioni del proponente relativamente alla sinistrosità pregressa, parte molto importante, al fine della determinazione del premio da parte della Compagnia.
Uno strumento semplice ed essenziale utile allo scopo di presentare al meglio il rischio alle Compagnie di assicurazioni, nella maggior parte dei casi, diviene parte integrante del contratto di assicurazioni poiché contiene le informazioni fondamentali che si sono rese necessarie proprio alla creazione del contratto stipulato, creato appositamente, come un abito su misura, per il cliente.
Gli intermediari, grazie a questo “dispositivo 1.0”, oseremmo dire, che vestano il camice bianco dei medici ed effettuano un’anamnesi del cliente/paziente al fine di dare una diagnosi certa ed inoculare una terapia inoppugnabile.