DIRITTO ALLA SALUTE E SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE – DISPARITA’ REGIONALI O FANTASMI IN CORSIA?

Spesso in corsia mi capita di sentire chiacchierate sulle disparità regionali nel funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale sia in ambito di erogazione delle prestazioni ai cittadini sia in merito alla strumentazione in dotazione alle singole Aziende Sanitarie Locali e nei rapporti tra dipendenti e singola Azienda.

Su cosa si basano queste voci? Hanno un fondamento di verità o sono solo voci di propaganda?

Innanzi tutto, cerchiamo di delineare come è articolato, oggi, il S.S.N.

In base al principio di sussidiarietà, ossia il principio secondo cui, se un ente inferiore è capace di svolgere bene un compito, l’ente superiore non deve intervenire, ma può, eventualmente, sostenere l’azione, il Sistema Sanitario Nazionale è articolato su diversi livelli di responsabilità e di governo:

  • Livello centrale – rappresentato dallo Stato, ha il compito di assicurare a tutti i cittadini il diritto alla salute mediante un forte sistema di garanzie, attraverso i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)
  • Livello Regionale – rappresentato dalle Regioni, hanno il compito e la responsabilità diretta della realizzazione del governo e della spesa per il raggiungimento degli obiettivi di salute del paese.

In sintesi, in capo alle Regioni vi è la competenza esclusiva nella regolamentazione ed organizzazione della salute e dei criteri di finanziamento delle Aziende Sanitarie Locali e delle Aziende ospedaliere, in relazione, anche, al controllo della gestione e alla valutazione della qualità delle prestazioni erogate nel rispetto dei principi generali fissati dalle Leggi dello Stato.

Quindi è vero che ci sono disparità tra regione e regione?

Prima di rispondere a questa domanda dovremmo porci un’altra ben più importante: da dove provengono i soldi che alimentano il Fondo Sanitario Nazionale?

Il finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale trova le sue fonti di finanziamento in :

  1. Entrate proprie convenzionali e ricavi delle aziende sanitarie
  2. Compartecipazione da parte delle regioni a statuto speciale
  3. IRAP, imposta sulle attività produttive
  4. IRPeF, imposta su reddito delle persone fisiche

Il 97% ca. delle risorse stanziate viene dedicato ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), servizi standard che il Sistema deve erogare ad ogni cittadino, in maniera gratuita o compartecipata attraverso le risorse del sistema fiscale. Il finanziamento del S.S.N. assolve l’80% del bilancio delle regioni italiane.

I Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) a loro volta sono ridistribuiti destinando:

  • 5% alla prevenzione della collettività e del singolo
  • 45% all’assistenza ospedaliera
  • 50% ai distretti presenti sul territorio

Tra le regioni e provincie i Livelli Essenziali di Assistenza vengono ripartiti secondo criteri che prendono in considerazione l’età, il sesso, il livello di assistenza riguardante i cittadini residenti, i tassi di mortalità, gli indicatori territoriali epidemiologici.

Ciascuna unità locale viene finanziata dal Fondo seguendo questi criteri. Per i Livelli superiori a quelli previsti dal Piano Sanitario Nazionale, ogni regione deve impiegare risorse proprie con le quali coprire i disavanzi sanitari di gestione delle Aziende.

Come potete notare il finanziamento per ogni singola regione non solo è complicato da definire ma è anche personalizzato in base a fattori propri di ogni singolo territorio e, di fatto, rispondiamo alla domanda di prima: si è vero, c’è disparità!

Cerchiamo, anche, di capire come vengono finanziate le ASL rispetto alle Aziende Ospedaliere (AO).

Le Aziende Sanitarie Locali (ASL) prendono il finanziamento:

  • In funzione dei costi per attività particolari
  • In funzione dei criteri sopracitati

Le Aziende Ospedaliere (AO) prendono il finanziamento:

  • In funzione della quantità di prestazione ospedaliere e specialistiche
  • Per la propria funzione sul territorio
  • Per entrate proprie

La dotazione del Fondo Sanitario Nazionale nel 2023 sfiora i 200 mld di Euro mentre la compartecipazione dei cittadini è meno di 10 ml di Euro attraverso ticket per le prestazioni, farmaci, accessi ai Pronto Soccorso e visite specialistiche, ricoveri e interventi effettuati tramite strutture accreditate e convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale.

Si riesce ad intuire quanto sia complicato confrontare il rapporto tra il finanziamento erogato per ogni regione ed il grado di soddisfazione dei servizi erogati, un dato quest’ultimo strettamente legato alla presenza dei posti letto, di personale sanitario, della strumentazione senza considerare che buona parte del finanziamento dipende dalla buona condotta fiscale di ogni cittadino/azienda, nonché dalla gestione delle Aziende Sanitarie Locali, dalle scelte di ogni amministratore pubblico andando a ritroso fino alla gestione della singola regione.

Molte delle voci di corsia riguardo le disparità regionali fanno riferimento alle differenze tra nord, centro e sud Italia dove, soprattutto in quest’ultimo, mancano posti letto, strumenti adeguati e personale qualificato che da plausibile spiegazione ai cosiddetti “viaggi della salute” che ogni anno vengono fatti verso nosocomi del nord e centro Italia, creando un vero e proprio circolo viziosi che sta continuando a incancrenire la sanità del sud Italia.

Mi auguro che il Governo italiano con l’aiuto delle Regioni possa trovare al più presto una soluzione a questo annoso problema cercando di amministrare le risorse economiche in modo equo e solidale per consentire ad ogni cittadino il diritto alla salute.