DIRITTO ALLA SALUTE E SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE – UN PO’ DI STORIA
Ultimamente è molto più accentuato il critico vociare da parte di pazienti, cittadini e operatori del settore, sull’argomento della funzionalità, operatività e fruizione del Servizio Sanitario Nazionale. Una istituzione che poggia le proprie fondamenta sulla Costituzione Italiana e precisamente all’art.32.
Sicuramente sarebbe un’eresia dire che non esistano, oggi, problemi di diversa natura che affliggono il Sistema ma, al fine di poter fare una analisi critica della situazione attuale, sarebbe necessario a tutti conoscere un po’ di storia e magari capire , anche, a cosa si andrebbe incontro se questa istituzione arrivasse al collasso o, in alternativa, comprendere come sarebbe stato il nostro paese nel caso in cui i nostri padri costituenti non avessero inserito nella “carta”, come fondamentale il diritto alla salute.
Prima del suo istituto il sistema assistenziale si reggeva su numerosi “enti mutualistici” o “casse mutue”. Il più importante tra di essi era l’“Istituto nazionale per l’assicurazione contro le malattie”. Il diritto alla salute, però, era prerogativa di una posizione lavorativa in corso a favore del cittadino: ciascun ente, era, di fatto, competente per una determinata categoria di lavoratori e delle proprie famiglie a carico, che fruivano di una assicurazione sanitaria che provvedeva al pagamento delle cure mediche e ospedaliere. Il finanziamento a tali enti veniva erogato attraverso contributi versati dagli stessi lavoratori e dai loro datori di lavoro. Possiamo definire, pertanto, questa modalità strettamente di tipo corporativo, correlato allo status di lavoratore e non a quello di cittadino. Per non bastare vi erano grosse differenze di prestazione e cure coperte dall’assicurazione sulla base dell’ente di appartenenza ed al lavoro, di fatto, professato o svolto.
Nel 1958, con la L. n. 296, viene istituito, per la prima volta in Italia, il Ministero della Sanità che scorporò le funzioni dell’”Alto Commissariato per l’igiene e la Salute Pubblica” (creato nel 1945) con il primo ministro della salute nella persona del Prof. Vincenzo Monaldi.
Con la Legge n. 132/68 (Legge Mariotti) fu riformato il sistema degli ospedali, gestiti fino ad allora da enti benefici, trasformandoli, in enti pubblici (enti ospedalieri) disciplinandone le funzioni, organizzazioni, amministrazioni e finanziamenti.
Nel 1974 con la L. n. 386, si estinsero tutti i debiti accumulati dagli enti mutualistici nei confronti degli enti ospedalieri, se ne sciolsero i consigli di amministrazione e se ne dispose il commissariamento, trasferendo alle Regioni tutta la materia riguardante l’assistenza ospedaliera.
Il quarto governo Andreotti, con la figura del ministro della sanità Tina Anselmi, con la L. 833/78 soppresse definitivamente il Sistema Sanitario Mutualistico con decorrenza dal 01/07/1980.
La sanità diviene un bene fruibile da tutti!
L’istituzione del Fondo Sanitario Nazionale da incarico al Governo italiano di reperire le risorse annualmente per alimentarlo. Un progetto ambizioso e grande impatto sociale ma ancora non definito, secondo i governi successivi, e di fatto, soggetto a successive modifiche che man mano lo trasformeranno in quello attualmente conosciuto e tanto criticato.
La L. 421/92 trasforma le strutture pubbliche da Unità Sanitarie Locali (USL) in Aziende Sanitarie Locali (ASL) che entrano in concorrenza tra di loro, utilizzando logiche nate proprio dalle aziende private prima fra tutte l’analisi dei risultati.
La L. 299/99 introduce la disciplina, nata proprio dal conflitto d’interesse (argomento principe di quegli anni), per i medici dipendenti del S.S.N., di svolgere attività privata all’interno di strutture pubbliche e esternamente con l’obbligo di scelta.
Nel 2012, con il Decreto Balduzzi, si aboliscono le incompatibilità introdotte nel 1999 e si riorganizza il Sistema Sanitario regolamentando l’attività medica e scientifica.
Un po’ di storia ne abbiamo fatta! I passaggi sono stati tanti ma sempre, rigorosamente, proiettati ad un obiettivo: creare un Sistema Sanitario sostenibile per dare seguito all’art. 32 della Costituzione Italiana, invidiata da molti, anche, ma non solo, per quel diritto alla Salute che ogni cittadino deve possedere.